Carissimi Fratelli e Sorelle, è a tutti nota l’espressione “il canto del cigno” che trae origine dall’antica credenza popolare secondo la quale il Cygnus olor, altrimenti detto Cigno muto, per la sua presunta incapacità di emettere suoni, fosse in grado di cantare una struggente e bellissima canzone qualche istante prima di morire. Tale modo di dire è passato poi ad indicare l’ultima espressione degna di nota della vita o della carriera professionale o artistica, prossima al termine, di una persona.

È sotto questa luce che vorrei parlarvi oggi del valore di un Testamento spirituale, che è come la sintesi della vita di una persona e racchiude ciò che ha ritenuto veramente importante e per cui ha speso la vita.

Sul finire della sua vita S. Francesco d’Assisi (e lo stesso fece S. Chiara) scrisse un Testamento spirituale nel quale racconta e consegna, ai suoi Frati, la sua esperienza di Dio.

In realtà, S. Francesco, di Testamenti spirituali ne scrisse due, tutti e due altrettanto importanti, ma il primo, detto “piccolo Testamento”, a mio avviso è più pregnante perché fu scritto in una circostanza particolare, quando cioè il Santo si sentì all’improvviso molto vicino a “sorella Morte” e poiché stava molto male e non poteva parlare, per forza di cose fu costretto ad essere molto conciso e così fece trapelare ancor meglio quali erano le cose a cui teneva di più e cioè: “Che i Frati si amino. Che osservino la santa povertà. Che siano obbedienti alla Santa Madre Chiesa”.

Perché vi parlo di questo? Beh! Alla fine della vita si tirano le somme e si chiede a se stessi: “Per chi e per che cosa ho vissuto? Cosa è stato veramente importante per me? Cosa vorrei lasciare in mio ricordo?”

Se questo è il significato di un Testamento spirituale, e poiché ignoriamo il giorno della nostra dipartita, credo che sia cosa buona, scriverlo; questo ci aiuta a fare verità nel nostro cuore, a capire cosa conta veramente per noi e se per caso dobbiamo aggiustare un po’ “il tiro” prima che sia troppo tardi.

Vi confido una cosa: ultimamente è così grande il desiderio del Cielo che mi arde nel cuore che, giudicando questo sentimento come un preludio di una mia possibile imminente dipartita da questa terra, ho anch’io scritto il mio Testamento spirituale.

Che dirvi (lo so che forse questo è troppo!), ho anche preparato il foglio dei canti per il giorno in cui si festeggerà il mio ingresso in Cielo.

Oh, non pensate che io non ami la vita, o sia una persona depressa, chi mi conosce sa che sono piena di gioia e di allegria, il fatto è che Dio ha messo nel mio cuore una profonda nostalgia di vederLo senza più veli. Comunque nell’attesa della Sua venuta , che non so affatto quando sarà, lavoro alacremente per il Regno di Dio, ciò che conta è avere Gesù nel cuore e poi il Paradiso inizia già su questa terra.

Ma, tornando al Testamento spirituale, io credo che faccia molto bene fermarsi e dire: se oggi dovessi tornare alla Casa del Padre, cosa vorrei consegnare ai miei Fratelli e Sorelle?

TU COSA SCRIVERESTI NEL TUO TESTAMENTO SPIRITUALE?

Io, fra le altre cose direi che…

…La vita è un’avventura meravigliosa. È un tempo e uno spazio sacro che ci viene donato per crescere nella conoscenza di Colui che ci ama e perciò ci ha creati. Vale la pena di spendere tutta la propria esistenza nell’

UNICA COSA NECESSARIA: LA RICERCA DEL VOLTO DI DIO.

 La vita quaggiù è breve. Dura meno di un soffio. A che serve vivere se non conosciamo il nostro Creatore e Signore, il fine ultimo di tutte le cose, davanti al quale ci presenteremo a conclusione della nostra esistenza terrena? Per me

 CONOSCERE DIO SIGNIFICA DIVENTARE COME LUI: AMORE.

 Ciò che conta veramente nella vita è aprire il cuore a Cristo. Consegnare a Lui totalmente e incondizionatamente la propria esistenza perché ci renda conformi a Sé in tutto: nell’Amore, nel dolore, nella pazienza, nel perdono, nell’offerta della vita, nel sacrificio della Croce, nell’obbedienza d’amore al Padre.

“Io quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). La Croce di Cristo ha illuminato e riempito di senso la storia, tutti i vissuti umani, anche la sofferenza e la morte. Non si può spiegare il perché della sofferenza, specie di quella innocente. Gesù Cristo non è venuto a spiegarla, semplicemente l’ha assunta, l’ha presa su di Sé e così l’ha redenta, l’ha santificata, le ha dato un senso.

Ti ringrazio, Signore, per la vita, per la chiamata a seguirti sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi, per le gioie e per i dolori che si sono intrecciati sapientemente nella mia storia. Per i miei genitori, che sono in Cielo, per i miei amatissimi fratelli, per le Sorelle della mia Comunità, quelle attuali e quelle che mi hanno preceduto nella Fondazione celeste e per tutte le persone semplici, umili e meravigliose che mi hai fatto incontrare lungo tutta la mia vita. Sono tante le persone che in un modo o in un altro hai posto sul mio cammino e da tutte, fino ad oggi, ho ricevuto del bene.

Signore Gesù Cristo, desidero ardentemente raggiungerTi in Paradiso insieme a tutti loro, sì proprio tutti nessuno escluso, anche insieme a coloro che ho incontrato in modo occasionale e ai quali ho avuto solo il tempo di rivolgere un sorriso. Desidero insieme a loro formare un coro che canti il Tuo Amore e la Tua Misericordia per tutta l’eternità.

L’amore che mi arde nel cuore, quell’Amore che Tu vi hai acceso, mi fa desiderare cose grandi. Il mio cuore e la mia carne anelano a vedere il Tuo Volto. Se per la mia indegnità non potrò sostenere il Tuo sguardo, vorrà dire che Ti abbraccerò ad occhi chiusi, come una sposa innamorata perduta nell’amplesso dolcissimo del Suo Sposo. Cosi sia.

Con grande affetto:

Sr. Ch. Cristiana Scandura osc

 

Il canto del cigno pdf

 

Audio: Sei Tu Signore!

 

Testo e musica: Sr. Ch. Cristiana Scandura osc

Arrangiamento: Danilo Ballo