Carissimi Giovani,
facendo mie le parole di San Paolo mi rivolgo a voi pregandovi di: “sopportare un po’ di follia da parte mia” (Cfr. 2Cor 11,1).
Oggi sono in vena di confidenze e pertanto vi voglio raccontare che anch’io, come tutti, quando vivevo ancora nel mondo avevo i miei cantanti preferiti: Lucio Battisti, Claudio Baglioni, i Pooh, i Bee Gees, ecc… fino al giorno in cui conobbi un Cantautore che li superava tutti: Gesù di Nazareth. Sì, proprio Lui.
Carissimi, già il Suo Nome: GESU’, è una MUSICA. Uno dei biografi di San Francesco di Assisi ci racconta che tutte le volte che il Santo pronunciava questo Benedetto Nome, si passava la lingua sulle labbra per la dolcezza che ne provava.
I Vangeli ci narrano che la Sua Voce melodiosa faceva risuscitare i morti di quattro giorni (Gv 11, 1-44). La soavità di quella Voce attirava le folle (Lc 4, 42-44).
Possiamo immaginare di quale ricchezza di suoni armonici fosse intrisa l’espressione: “Seguimi!” o “Seguitemi!”, perché Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni, Levi e tanti altri, ieri come oggi, lasciassero tutto e seguissero Gesù, ammaliati da quella Voce (Cfr. Mc 1, 16-20; Lc 5, 27-32).
Ricordate Maria Maddalena? Il giorno dopo il Sabato, di buon mattino, si reca addolorata e piangente al sepolcro per onorare il Corpo di Cristo e non lo trova. All’improvviso vede Gesù Risorto, ma non lo riconosce e lo scambia per il custode del giardino, quando però ode quella Voce che la chiama per nome tutto cambia: trasalisce di gioia, lo abbraccia e non lo lascerebbe mai più… (Gv 20, 1-18).
Lo sapevate che alcuni studiosi sostengono che il Discorso della Montagna, soprattutto le Beatitudini, Gesù non l’abbia pronunciato, ma l’abbia cantato? (Mt 5, 1-11).
Ma il Cantico più bello di questo dolcissimo, impareggiabile Cantautore è stato quello che ha intonato sulla Croce. Questo cantico d’amore intramontabile ha attirato e affascinato generazioni intere.
Ecco alcune strofe di questo canto:
“Nessuno ha un Amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,3).
“Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12).
Dal Suo Corpo steso e inchiodato sulla Croce, come dalla corde di una cetra, si eleva una melodia capace di raggiungere e conquistare i cuori, muovendoli a conversione; di guarire le ferite; di risanare i cuori affranti; di risollevare gli afflitti.
Quando ci lasciamo raggiungere dall’Amore di Dio, quando viviamo in Grazia di Dio e ci lasciamo plasmare da essa: Gesù canta nel nostro cuore.
Su ciascuno di noi
Dio ha pronunciato
una Parola d’amore unica e irripetibile.
Egli però non ama cantare da solo, il cantico lo ha intonato Lui, ma ciascuno di noi è chiamato ad unirsi attivamente a questa lode.
Con la nostra vita siamo chiamati a scrivere e a cantare la nostra strofa unendoci al cantico d’amore di Cristo Gesù Signore.
Carissimi, in Paradiso non faremo altro che cantare e lodare Dio, sarà una festa senza fine. E il Direttore del Coro celeste sarà proprio Gesù, il Figlio di Dio.
Alleniamoci dunque, teniamoci pronti: “Cantiamo al Signore un canto nuovo” (Sal 149,1).
“Il cantare è segno di letizia e, se consideriamo la cosa più attentamente, anche espressione di amore.
Non c’è nessuno che non ami, ma bisogna vedere che cosa ama. Non siamo esortati a non amare, ma a scegliere l’oggetto del nostro amore.
O fratelli, o figli, o popolo cristiano, o santa celeste stirpe, o rigenerati in Cristo, o creature di un mondo divino, ascoltate me, anzi per mezzo mio: “Cantate al Signore un canto nuovo”. Ecco, tu dici, io canto. Tu canti, certo, lo sento che canti. Ma bada che la tua vita non abbia a testimoniare contro la tua voce.
Cantate con la voce, cantate con il cuore, cantate con la bocca, cantate con la vostra condotta santa, “Cantate al Signore un canto nuovo”. MI domandate che cosa dovete cantare di Colui che amate? Parlate senza dubbio di Colui che amate, di Lui dovete cantare. Cercate le lodi da cantare? L’avete sentito: “Cantate al Signore un canto nuovo”. Cercate le lodi? “La sua lode risuoni nell’assemblea dei fedeli”.
Il cantore diventa egli stesso la lode del suo canto. Volete dire le lodi a Dio? Siate voi stessi quella lode che si deve dire, e sarete la sua lode se vivrete bene.” (S. Agostino)
Con grande affetto:
Sr. Ch. Cristiana Scandura osc
sei Tu Signor.
Sei Tu la melodia
che sento in me.
Io non potrò tacer,
l’Amor che hai per me:
per sempre loderò
il Tuo Nome”.
Il mio cantautore preferito pdf
Audio: Altissimo!