IL MISTERO DELLA DIVINA CHIAMATA – Sr. Ch. Cristiana Scandura osc – 3. Meditazione

 DECIDERSI

Viste le condizioni preliminari e chiarita la centralità della imprescindibile relazione con Cristo, rimane ora un passo fondamentale: decidersi. Tale tappa, apparentemente più facile nella scelta della vita di coppia, diviene talora insormontabile nella risposta ad una chiamata alla vita consacrata o sacerdotale. La paura prevale sull’abbandono, l’ansia di sbagliare sulla tempestività della scelta, la “scusa” (che molte volte consiste nel fatto che “non tutto è chiaro” o “potrei sbagliarmi” o “non sono degno\a”) sull’evidenza di alcuni segni.

Occorre tenere presente che il discernimento implica una decisione che riguarda ciò che si deve fare adesso. Dio ci pone la scelta “qui e ora”. L’invito consiste nel mettersi in cammino, scelta dopo scelta, e lasciare che Dio continui a orientare e a guidare. Ciò richiede generosità e coraggio. Dio chiama ciascuno di noi a seguirlo sulle stesse orme di Abramo il quale “partì senza sapere dove andava” (Eb 11,8). Altrimenti che “fidarsi” sarebbe se conoscessimo già la destinazione e le conseguenze del nostro camminare?

«Non abbiate paura! Lasciatevi “afferrare” da Cristo. Egli guarda ciascuno di voi negli occhi e, fissandovi, vi ama. É uno sguardo di predilezione, che sceglie e chiama. Uno sguardo che scruta e giunge fino al cuore del vostro cuore, dove dice: “Ti ho amato di un amore eterno. Vieni e seguimi!”. Ascoltate questa voce e assumete le vostre responsabilità nella Chiesa per la dilatazione del Regno di Dio nel mondo” (Don Pascual Chavèz). Ognuno di noi, in questo grande corpo che è la Chiesa, ha una missione ben precisa nella quale troverà la propria pienezza di vita. Occorre aprire le porte a Cristo! Lasciare che sia Lui ad avere la signoria del nostro cuore… ed Egli ci indicherà il sentiero della vita (Cfr. Sal 16, 11).

Solo nell’accoglienza della volontà del Padre si trova la pienezza della gioia e della vita.

VOCAZIONE DI FRANCESCO D’ASSISI

La gioia di essere chiamati per nome e di rispondere: “Lo farò volentieri, Signore”. È di fondamentale importanza ribadire che la chiamata non ha in Francesco, in Chiara, in noi, il suo impulso, la sua sorgente, bensì in Dio.  “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15, 16), afferma Gesù. Ogni vocazione è un incontro con il Signore. Vediamo come è avvenuto questo incontro nella vita di Francesco d’Assisi. Francesco viene sorpreso da Dio. Mentre era in cerca di gloria umana, parte per andare a combattere. Ma in sogno il Signore lo induce a tornare indietro, contrapponendo alla gloria umana ricercata da Francesco, una gloria eterna che solo Lui può dare. Quindi è Dio che ha dei progetti su di lui e lo invita a parteciparvi: una sorpresa grandissima che egli ricorderà nella sua ultima volontà, nel Testamento. È proprio quella sorpresa che lo lascia stupito, lo trasforma, lo rende nuovo. Ma la sorpresa più grande fu quella di incontrare Cristo nell’uomo e nell’uomo povero, sofferente e più bisognoso, nel lebbroso. Da quel momento in poi ciò che prima sembrava amaro alla sua natura, gli divenne dolce e viceversa. Il punto decisivo nella sua conversione è l’incontro con il Crocifisso. Ogni vocazione trae origine dall’incontro salvifico con Cristo crocifisso. Mentre è in preghiera Francesco sente le parole di Cristo che gli dice: “Và, Francesco, e ripara la mia Chiesa, che come vedi, sta andando tutta in rovina”. A queste parole Francesco balza in piedi e con tutta la volontà, l’entusiasmo, e lo slancio di cui è capace risponde: “Lo farò volentieri, Signore!”. La conseguenza di questa docilità e obbedienza alla Parola è una mirabile fecondità. Della trasformazione di Francesco infatti si accorgono tutti e moltissimi, da lì a poco, vogliono imitare la sua forma di vita, ancora oggi.

ASCOLTARE I DESIDERI DEL CUORE

In ogni storia vocazionale è importante sottolineare che spesso la persona incomincia a chiedersi qual è il progetto di Dio su di lei dopo aver capito e accolto il desiderio più profondo che si ha nel cuore e che accomuna tutti gli uomini: il desiderio di essere felice, di “centrare il bersaglio”, di realizzarsi, non solo dal punto di vista lavorativo o in qualche altro aspetto circoscritto, ma facendo di tutta la propria vita qualcosa di grande. Spesso si cerca di appagare questo desiderio con mille surrogati ma solo Cristo riesce a colmare d’amore il cuore umano, anzi a farlo traboccare! Ogni uomo ha in cuore il desiderio di felicità. A volte però non è facilmente riconoscibile, soprattutto per chi è un po’ “duro d’orecchie”. Per questo è necessario andare in profondità per riuscire a capire che all’origine di ogni nostro desiderio vero e profondo c’è Dio. Non solo. Può sembrare strano ma anche dietro ai desideri più mondani e illeciti si nasconde il bisogno profondo e vitale di sentirsi amati e di amare in maniera totale e incondizionata, proprio come ci ama Cristo. Così come dietro ogni evento della nostra vita, ogni tribolazione, ogni incontro si nasconde il “filo rosso” della Provvidenza Divina che tutto dispone per un fine di amore. Ogni cosa è predisposta perché la creatura aderisca al Creatore. Bisogna dunque, scrutarsi dentro, facendo memoria della nostra storia personale, come luogo che contiene il mistero di Dio e attendere in preghiera un “sussurro divino”. Ogni nostro desiderio rivela un po’ della verità della nostra persona, le aspirazioni più profonde, ciò cui probabilmente siamo chiamati a divenire. Occorre dunque “scavare il desiderio”, per giungere a identificare che all’origine di ogni nostro desiderio vi è l’unico desiderio di Dio, di vedere il Suo volto e di realizzarsi nella Sua prospettiva. (Continua)

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