Carissimi Fratelli e Sorelle,

ormai mi conoscete, la mia vita è come un libro aperto e con fraterna semplicità condivido ciò in cui credo, ciò che penso e ciò che vivo. Per me, infatti, l’umanità è come una grande famiglia e perciò mi sento a casa.

Da tempo medito su una certezza che, ne sono convinta, può dare una svolta alla nostra vita:

RIEMPIRE DI SENSO TUTTO QUELLO CHE VIVIAMO.

Mi spiego meglio, anche le cose negative che ci possono capitare, possono avere una valenza positiva, non dimentichiamo ciò che afferma la Parola di Dio: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8, 28).

Se il peggiore dei crimini commesso dall’uomo: l’uccisione del Figlio di Dio, Dio lo ha fatto servire alla nostra salvezza, lo stesso Egli fa per tutto ciò che attraversa la nostra esistenza.

Tutti, quotidianamente, sperimentiamo piccole prove e tutti, prima o poi, ci imbatteremo in quelle più gravi e profonde; se credessimo fermamente che ogni cosa che ci succede è un’occasione di crescita nella fede, nell’amore e nella collaborazione con Dio per la salvezza delle anime, il nostro modo di affrontare gli eventi cambierebbe considerevolmente.

Prendiamo, per esempio, l’ipotesi che alla nostra vita bussi la malattia; non saremo di certo le uniche persone al mondo ad avere una malattia, “unico” però è il modo in cui possiamo viverla.

In altre parole, nella malattia o in qualsiasi altra prova o sofferenza, possiamo tirare fuori il meglio di noi stessi, certamente con l’aiuto di Dio.

Spesso nella malattia ci abbattiamo perché pensiamo alle attività che abbiamo svolto fino a quel momento e che forse non potremo più svolgere o comunque non potremo più farlo allo stesso modo di prima. Non pensiamo però solo in negativo, cioè a ciò che NON potremo più fare, pensiamo invece in positivo, alle potenzialità presenti in noi che la prova fa emergere. Ci sono degli aspetti inediti di noi che forse neanche noi stessi conosciamo ma che vengono fuori grazie alla prova.

Riempire di senso ogni prova significa aprirsi a nuove opportunità, per esempio, come detto sopra, a collaborare con Dio per la salvezza delle anime.

Quando diamo un senso alla prova che viviamo, non lamentandoci, non mormorando, non ribellandoci, ma unendoci alla Passione di Cristo e ne facciamo un’offerta d’amore, diventiamo luce per gli altri e lasciamo un’impronta positiva su questa terra.

Però, per riuscire a vivere così una grande prova, bisogna prepararsi, accettando con gioia le umili, piccole occasione quotidiane.

Fra i tanti esempi mi ha colpito particolarmente quello della Beata Chiara Luce Badano. Quando il medico le palesò chiaramente la gravità della malattia che all’improvviso si abbatté su di lei e le esplicitò ciò a cui andava incontro, che cioè le restava poco tempo da vivere, ella ebbe bisogno di una mezz’ora, che trascorse in silenzio e in preghiera, per metabolizzare questa notizia, per “resettare” la propria esistenza, per “accordare” nuovamente la propria vita con il “La” di Dio; insomma per accettare dalle mani di Dio questa prova, perché, con il Suo aiuto, in essa si santificasse e diventasse anche per il prossimo, strumento di salvezza, in Cristo.

Spesso accade che sul momento non riusciamo a cogliere il valore delle prove, dopo però scopriamo che la mano provvidente di Dio ha disposto tutto con sapienza, per il nostro e altrui bene.

È verissimo, non sempre le prove sono disposte da Dio, ma talvolta provengono dal nostro prossimo, per un uso scorretto della libertà, talaltra hanno altre cause; Dio però può scrivere dritto sulle righe storte della nostra storia, facendo servire anche il male, per un bene.

Questa è la vittoria dell’amore e del bene, anche sul male.

Questa certezza da solidità alla nostra vita e ci fa conservare la serenità e la pace pur in mezzo alle più svariate difficoltà.

Un abbraccio affettuosissimo in Cristo Gesù Signore nostro:

Sr. Ch. Cristiana Scandura osc