Ogni discepolo di Cristo è chiamato ad essere un tralcio, che unito alla vite, porta molto frutto. Senza il Signore, senza una continua comunione con Lui, noi non possiamo fare nulla. Siamo esposti al rischio di inaridirci quando vogliamo vivere disuniti da Cristo.
Chiara d’Assisi ha capito fino in fondo questa verità e per realizzare al meglio l’unione con il suo Amato s’innesta in Lui tramite il suo grande fratello Francesco.
Chiara ama definirsi «pianticella» di Francesco e con lui, viva immagine di Cristo povero e crocifisso, è certa di essere in comunione piena di vita con il Cristo Signore.
L’ esistenza di Chiara, spesa tra le mura di San Damiano, produce molto frutto perché mai si allontana dalla vite: dal suo cuore grande si innalza la lode continua a Dio, dalle mani generose sbocciano gesti concreti e semplici di vera carità verso le sorelle, dalla sua passione per la salvezza degli uomini sorge incessante la preghiera d’intercessione per tutti.
A Francesco, come racconta la Leggenda di S. Chiara scritta da Tommaso da Celano, nasce nel cuore il desiderio di «strappare dal mondo quell’anima tanto nobile, per darla al suo Signore».
Chiara sa che il figlio del ricco mercante d’Assisi vive alla Porziuncola in estrema povertà, ma anche in santa letizia; serve i lebbrosi e predice la penitenza. Ha probabilmente ascoltato le sue parole, semplici ma persuasive, nella chiesa di San Giorgio a pochi passi dalla casa paterna. Si è fatta la convinzione di aver trovato in Francesco il suo ideale di vita.
È prossima la solennità delle Palme, quando Chiara, vestita a festa abbandona la casa, la città e i parenti, e si reca a Santa Maria della Porziuncola: il Poverello e i suoi frati la stanno aspettando, hanno le torce accese per indicarle la via e, insieme con lei, entrano in chiesa.
Qui la giovane, davanti all’altare della Madonna, si consacra a Dio e, come segno di rinuncia totale al mondo, Francesco le taglia i capelli. Nasce così il Secondo Ordine delle “Povere Dame”, che in seguito diventeranno note con il nome di “Clarisse”.
La vita di preghiera di Chiara, pone al centro la contemplazione di Cristo povero, umile, crocifisso per nostro amore.
Cristo è lo sposo per il quale Chiara offre tutta la sua vita nella clausura di San Damiano assieme alle sorelle che Egli le dona.
Amare, contemplare Cristo e imitarlo sono tre momenti di un’unica scelta di sequela di Cristo povero e crocifisso, così che preghiera e vita evangelica formano per Chiara un’unica realtà.
Guardando all’esempio di Chiara, cerchiamo di realizzare anche noi, con la grazia di Dio, questa mirabile sintesi tra preghiera e vita evangelica, perché la Parola possa trovare in noi un’accoglienza pronta e generosa e portare frutti abbondanti di opere buone.
Sr. Cristiana Scandura osc