Se porsi in ascolto della voce di Dio nella complessità della realtà odierna è il primo passo per comprendere come incarnare oggi il Vangelo, il secondo passo è quello del discernimento. I segni che cogliamo nel dispiegarsi della storia devono essere interpretati, confrontati, compresi nella loro autenticità. Il discernimento è tanto necessario e urgente quanto delicato e non a caso papa Francesco continua ad indicarci questo processo come spazio da abitare con pazienza e perseveranza.
Ancora le prime comunità cristiane ci insegnano l’atteggiamento evangelico del confronto reciproco, della lettura della Parola e del dialogo tra i fratelli, della preghiera e della disponibilità a mettersi in discussione, della ricerca del bene comune.
Anche Chiara, nella sua esistenza, si è più volte trovata nella necessità di operare discernimenti delicati e decisivi. Pensiamo al confronto franco e costruttivo avuto con il cardinale Ugo, poi papa Gregorio IX, sulla originalità della forma di vita della comunità di S. Damiano in rapporto all’istituzione ecclesiastica. In gioco non c’era solo una personale convinzione di Chiara, ma la consapevolezza che si trattava di salvaguardare il dono di una vocazione ricevuta dal Padre delle misericordie (cfr Test 2).
Tale consapevolezza era nutrita di preghiera nella relazione costante col Padre, nell’adesione a Cristo povero, nell’unione con lo Spirito Santo. La preghiera per Chiara non è stata uno spazio chiuso ma ha saputo allargarsi, lasciandosi attraversare dalla passione e dalla carità senza misura di Cristo. Proprio per questo la realtà concreta è stata per lei luogo in cui conoscere e fare la volontà di Dio.
I bisogni delle sorelle, le fragilità sperimentate in sé stessa e nelle altre, le fatiche e le tensioni non venivano visti come ostacoli, ma come occasioni attraverso le quali il carisma della contemplazione può intrecciarsi con quello della carità, in un discernimento operato insieme. La Regola (cfr RegsC 4,15-18) ricorda l’importanza del capitolo settimanale, per cercare insieme il modo con cui vivere in pienezza la propria vocazione, nella realtà concreta, feriale, che è lo spazio possibile in cui porre i passi della sequela.
La realtà odierna amplifica gli interrogativi profondi sul senso della vita. In un tempo contraddistinto dalla velocità, dal rumore, dalle informazioni istantanee e globali, dalla presenza dei media digitali e sociali che sta incidendo con cambiamenti a livello antropologico, occorre riaffermare l’importanza del silenzio, dell’ascolto e della preghiera per operare un sano discernimento alla luce del Vangelo.
Sr. Cristiana Scandura osc