Carissimi Fratelli e Sorelle,
Cristo, il Figlio di Dio, è la Scala che unisce il cielo alla terra. Con la sua Incarnazione, infatti, Egli è disceso dal cielo sulla terra per farsi uomo, affinché l’uomo potesse ricongiungersi con Dio dal quale si era separato a causa del peccato originale. E poiché questo ricongiungimento è stato ristabilito grazie alla morte redentrice di Gesù, la Croce rappresenta la vera ed unica scala che riconduce a Dio.
Ma anche Maria – benché sempre e solo in rapporto al Figlio che ha generato – può essere considerata SCALA DEL PARADISO, in virtù della sua coopera-zione al disegno salvifico di Dio.
Contemplare Maria come “Scala del Cielo”, significa dunque mettere in rilievo la realtà dinamica della sua collaborazione con Dio, e in questo Maria è certamente modello anche per la nostra vita di credenti. Innanzitutto lo è per la FEDE limpida, profonda e ricca di fiducia, che non vacilla nemmeno ai piedi della Croce. Come Maria siamo chiamati anche noi a vivere nella luce e nella forza di questa fede e ad assumere il medesimo atteggiamento di fiducia in Dio e di con-segna di noi stessi alla Sua volontà anche quando è difficile da accogliere. Solo così possiamo diventare anche noi scala, ossia strumento tramite cui il Signore espande il Suo Regno sulla terra.
La fede autentica poi si traduce in TESTIMONIANZA nel cuore della nostra vita quotidiana. È lì che dobbiamo saper scorgere la Presenza di Dio. La fede cristiana è tale quando ci mantiene aperti, benevoli e accoglienti verso chiunque ci sta di fronte, pronti a cogliere le domande e le aspirazioni che salgono dai nostri Fratelli e Sorelle, spesso disorientati in un mondo così in rapida trasformazione che tende ad escludere Dio dall’orizzonte del nostro vivere.
Tuttavia, la nostra fede non potrà produrre una testimonianza efficace se non è radicata nell’UMILTÀ. Anche qui Maria ci è di esempio. L’umiltà ci aiuta a far sì che il nostro cuore non diventi preda di forze negative e distruttive come la superbia, l’orgoglio, l’invidia, l’ostilità, ecc… L’umiltà cerca sempre e al di sopra di tutto l’armonia., la concordia e la pace e fa suo quell’anelito alla fraternità che sta alla base della convivenza umana e cristiana. Ma soprattutto l’umiltà ci aiuta a comprendere che la nostra vita è un “dono” che non va trattenuto per noi stessi, ma che va messo a servizio degli altri.
Maria è la MEDIATRICE DI TUTTE LE GRAZIE. Questa è una verità di fede insegnata dal Magistero della Chiesa, il quale afferma che tutte le grazie di conversione e di santificazione meritate da Nostro Signore Gesù Cristo con la Sua Passione e la Sua morte in Croce, sono state affidate a Maria perché Ella le distribuisca agli uomini di buona volontà.
Un privilegio così straordinario è stato affidato da Dio a Maria a motivo della sua partecipazione all’opera della Redenzione. Inoltre dal momento in cui Ella fu assunta presso il Figlio, a quella gloria celeste che meritava per la sua dignità e lo splendore dei suoi meriti, Maria non cessa di vegliare sulla Chiesa e di assisterci e proteggerci come una Madre in modo che, come era stata strumento del mistero dell’umana redenzione, così fu eletta dispensatrice della Grazia che per tutti i tempi deriva da questa redenzione.
Nella vita di S. Gemma Galgani, che nutriva un rapporto molto confidenziale con Gesù e con la Madre Sua, si legge un fatto che fa sorridere: una volta, la Santa, chiese a Gesù una grazia, ma poiché il Signore, in quell’occasione, le rispose che non riteneva opportuno per il momento concedergliela, ella si rivolse fiduciosa e risoluta alla Santa Vergine e ottenne il favore desiderato.
Le Mamme! Cosa non sono capaci di ottenere… Con la loro paziente e umile tenacia, con il loro fine intuito e i modi garbati e convincenti, sanno addolcire e sdrammatizzare tante situazioni, lenire le ferite, talvolta le vediamo vincere dei duri combattimenti più degli eserciti schierati a battaglia. Ricordate le Nozze di Cana? Il vino era finito, la gioia stava spegnendosi. La Madre interviene, ma il Figlio la ferma: “Non è ancora giunta la mia ora!” (Gv 2,4). La Madre però non si arrende e ottiene ciò che desidera.
Per un istante, voglio rivolgermi alle donne: ognuna di noi ha inscritto nel proprio essere la chiamata alla maternità. Madri lo diventiamo quando siamo capaci di donare la vita per gli altri. Non si è Madri solamente, né semplicemente, né automaticamente per il fatto di mettere al mondo dei figli. Tu, io siamo Madri quando nel nostro cuore l’amore per l’altro\\a è talmente grande che volentieri e senza nemmeno starci a pensare daremmo la vita per l’altro\\a, appunto perché l’amiamo come un figlio o una figlia. Madri lo siamo quando siamo capaci, giorno dopo giorno, di donare la vita senza fare rumore, nella quotidianità, nella ferialità, riempiendola di amore gratuito, di umile, gioioso e amorevole servizio, di accoglienza, di ascolto, di sorriso, di gentilezza, di gesti che esprimono tenerezza.
La Vergine Maria, Madre per eccellenza, che tutto questo ha incarnato nella sua vita in modo sublime, ci insegni e ci ottenga il dono della maternità spirituale. Essa non si impara sui libri. Spesso per apprendere “l’arte di diventare Madri” bisogna passare attraverso la sofferenza che purifica l’amore, lo rende più maturo, più vero, lo libera da tanti egoismi e lo rende più simile a quello di Dio che è un AMORE OBLATIVO. Una Madre vera ama e accoglie sempre, senza interesse e senza pretendere nulla in cambio. Ama, cioè, come Dio, che è Padre e Madre insieme.
Auguro ad ogni donna di riscoprire il dono della maternità che porta in sé, di ravvivarlo, di custodirlo, di esprimerlo e di portarlo a pieno sviluppo e compimento, con la Grazia di Dio e l’intercessione di Maria Santissima: Vergine e Madre.
Imitiamo dunque Maria, a Lei ricorriamo perché questa è la volontà di Dio.
“Chiunque tu sia, che ti vedi trascinato dalla corrente di questo mondo, e a cui sembra di navigare tra burrascose tempeste piuttosto che camminare sulla terra, se non vuoi essere travolto dalle tempeste non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella che si chiama Maria. Se si alzano i venti delle tentazioni, se incorri negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se ti vedi travolto dalle onde della superbia, dell’ambizione, della calunnia, guarda la stella, invoca Maria. Se l’ira, l’avarizia o i desideri della carne scuotono violentemente la navicella del tuo cuore, guarda la stella, invoca Maria. Se, turbato al pensiero dell’enormità dei tuoi peccati, confuso per la bruttura della tua coscienza, tremante di paura al pensiero del Giudizio, cominci a sprofondare nel baratro della tristezza e della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle incertezze, nelle angustie, pensa a Maria, invoca Maria, Maria non receda dalle tue labbra, non si allontani dal tuo cuore e tu, per impetrare il suo aiuto, non trascurare di imitare gli esempi della sua vita. Se la segui non smarrirai la strada, se la preghi non dispererai, se pensi a lei non ti perderai, se lei ti protegge non temerai. Se ti sorregge non cadrai, se ti difende non temerai nulla, se ti conduce arriverai al porto, se ti guida non ti smarrirai.
In ogni cosa pensa Maria, invoca Maria”. (San Bernardo)
Concludo queste riflessioni con una piccola confidenza personale: mi piace molto rivolgermi spesso alla Beata Vergine Maria con questa semplice giaculatoria:
“AVE, O MARIA, DAI UN BACIO A GESÙ DA PARTE MIA!”
Chi più di lei Gli è accanto e può farsi portavoce non solo dei nostri bisogni, ma anche del nostro amore e della nostra gratitudine? Maria è Mediatrice anche in tal senso, non dimentichiamolo.
Con grande affetto:
Sr. Ch. Cristiana Scandura osc
Audio: Il nome di Maria!