Carissimi Fratelli e Sorelle,

sarà perché un po’ per carattere lo sono, sarà perché qualche volta Gesù stesso lo è stato, come attestano i Vangeli (cfr. Mc 11, 15-19; Lc 9,55; Mt 16,21-27; Mt 23,27-28), ma personalmente

L’IMPAZIENZA È UN DIFETTO CHE MI FA SIMPATIA

anzi, quasi quasi la considero come una virtù o comunque come un ingrediente importante nella vita.
Per esempio, quando inizio una cosa o intraprendo un’opera, voglio portarla a compimento al più presto possibile e poi, ve lo confesso, sono impaziente di farmi santa e di condurre più anime possibili in Paradiso e di molte altre cose ancora sono impaziente che qui non scrivo per evitare di ripetermi. Come faro? Direbbe San Paolo: “Chi mi libererà?” (Rm 7,24). Il fatto è che non ci penso proprio a correggermene, tutt’altro!
Sì, è vero, in gran parte dei casi l’impazienza è un difetto, perché è figlia dell’ira, ma sono convinta che un pizzico (e forse anche un po’ di più) di impazienza (o, se vi fa arricciare meno il naso, chiamatela zelo, entusiasmo, passione): è importante averla nella vita.
Lo zelo o l’impazienza è quella molla che ti spinge a darti da fare subito, ora, senza aspettare domani, senza rimandare a domani quello che puoi fare oggi.
Non rimandiamo a domani la nostra conversione o l’impegno a favore del prossimo e non sciupiamo le occasioni di santificazione che ogni giorno ci capitano, perché il domani non ci appartiene. L’occasione di farci santi che il Signore ci manda oggi, non ritornerà più.
Non credo di essere del tutto fuori strada perché, frugando nella mia memoria, ricordo di aver udito talvolta l’espressione: “santa impazienza”, dunque c’è un’impazienza “santa”!

DIO È IMPAZIENTE!

Sì, lo è della nostra salvezza, della nostra gioia, della nostra piena realizzazione in Lui. Dio è pazienza infinita: “E’ lento all’ira” (Sal 102,8), ci dice la Sacra Scrittura ed è “longanime” (cioè ha un pazienza lunga, lunga, lunga…), invece di distruggerci per i nostri peccati, quando lo meritiamo, attende pazientemente la nostra conversione.
Però, dall’altra parte, Dio è anche: impazienza infinita. Egli non se ne sta inattivo e rassegnato in attesa che noi ci decidiamo a ritornare a Lui, ma ci sollecita in molti modi
a rientrare in noi stessi. Per dir così, mette in moto tutto Se stesso, perché finalmente ci decidiamo a rialzarci e a ritornare sulla retta via.

Penso alla Parabola del Figlio prodigo: tra le righe della parabola si legge di un Padre che scruta attento e con sollecitudine l’orizzonte in attesa del ritorno del figlio. Il suo amore di Padre gli attesta che il figlio ritornerà e questo amore raggiunge il cuore di quel figlio lì, nel fango dove si trova e lo sollecita a ritornare. Quando poi questi prende la risoluzione di tornare, il Padre, con grande impazienza, gli corre incontro e lo abbraccia.

L’IMPAZIENZA DI DIO È L’IMPAZIENZA DELL’AMORE.

E, ancora in preda all’impazienza, si rivolge ai servi dicendo più o meno così: “Presto, sbrigatevi, per favore, non c’è tempo da perdere. Ho atteso così tanto questo momento. È giunta l’ora di far festa. Non voglio e non posso attendere un minuto di più! Cercate di capire!”.

ANCHE MARIA ERA IMPAZIENTE

(Oggi ce n’è per tutti!). Ricordate quando, dopo avere ricevuto l’annuncio dell’Angelo va’ in tutta fretta a visitare la cugina Elisabetta? Ma, scusate, mancavano ancora tre mesi prima del parto di Elisabetta, c’era proprio bisogno di tutta quella, non solo fretta, ma addirittura “gran” fretta? Però, c’è da dire che chi ama vola, non accetta di camminare lentamente, ben lo sanno (mi correggo: lo sappiamo) gli innamorati.
E ricordate quell’altro episodio narrato dal Vangelo, quando alle nozze di Cana manca il vino e Maria forza quasi il Figlio a compiere il miracolo di cambiare l’acqua in vino? All’inizio Gesù le risponde press’a poco così: “Mamma, un po’ di pazienza! Non è ancora giunta la mia ora!”. Ma non c’è giustificazione che tenga, con le Mamme non si discute, il miracolo va compiuto subito e basta. (Aveva certamente ragione, mica gli Sposi e tutti gli invitati potevano aspettare un’altra ora…).
Ecco, io credo che un po’ di impazienza (di questa impazienza!) nella vita ci farebbe bene. Anzi, dovremmo farci un bell’esame di coscienza e la prossima volta che ci accostiamo al Sacramento della Riconciliazione dovremmo confessarci umilmente (causando forse lo stupore di qualche Confessore) dicendo:

“SONO SINCERAMENTE PENTITO\A
E CHIEDO PERDONO A DIO E AI FRATELLI
PER AVER MANCATO DI IMPAZIENZA”.

 

Con grande affetto:

Sr. Ch. Cristiana Scandura osc

 

 La virtù dell’impazienza pdf

 

Audio: La mia vita riflesso della tua

Testo e musica: Sr. Ch. Cristiana Scandura osc

Arrangiamento: Samuel Sciarra