L’Amore Carissimi giovani,

leggendo il titolo forse vi sarete chiesti quale attinenza vi sia tra un PC e Gesù. Forse immaginate Gesù davanti al monitor intento ad utilizzare uno di quei programmi informatici avanzati e complicatissimi da capire. Niente di tutto questo. Tuttavia un PC ce l’ha anche Gesù e ce ne ha fatto dono per aiutarci a camminare sicuri sulle strade impervie della nostra vita. Questo P. C. è la sua Parola Certa, quella di cui un giorno l’Apostolo Pietro disse: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!”. Pietro s’era fatto portavoce della folla che, stupita dell’insegnamento di quel Maestro venuto da Nazareth, commentava: “Lui sì che parla come uno che ha autorità”; e stavano giornate intere ad ascoltarlo dimenticando persino di mangiare.

Parola Certa quella di Gesù; Parola che riscalda il cuore e rimette in moto la vita, lì dove c’è delusione e scoraggiamento. Lo hanno sperimentato bene quei due discepoli che in cammino verso Emmaus (un villaggio che si trovava vicino Gerusalemme) incontrarono Gesù. Lo riconobbero risorto solo allo spezzare del pane e, scomparso dalla loro vista, esclamarono: “Non ci ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24, 32).

Subito tornarono dagli altri Apostoli annunciando quanto era loro accaduto. Il cammino dei due discepoli verso Emmaus può essere paragonato al nostro cammino della vita.

Quante volte il nostro incedere nella vita è stanco, affaticato, e il cuore è oppresso da preoccupazioni o altro!

Gesù pazientemente misura il suo passo col nostro facendosi compagno di viaggio, ma noi il più delle volte fatichiamo a riconoscerlo… pensiamo di essere addirittura abbandonati da Dio. Andare verso Emmaus significa tornare sui nostri passi ogni qual volta ci ripieghiamo su noi stessi e ci sentiamo sfiduciati, amareggiati e delusi da quegli ideali in cui avevamo riposto tanta speranza; da quelle mete che pensavamo di aver raggiunto mettendo in gioco tutto di noi. Sembrava di sfrecciare lungo la vita assaporando l’ebrezza del successo…quand’ecco: d’un tratto lo schianto e tutto crolla intorno a noi e soprattutto dentro di noi.

Qualcosa va in frantumi e stiamo a guardare quei cocci sparpagliati sul suolo del nostro cuore chiedendoci allibiti come sia potuto accadere tutto ciò. Si innalza come un’onda impetuosa la terribile domanda:

“Dio, dove sei?”.

E scende il silenzio. Il silenzio di Dio. Silenzio palpabile, oscuro, doloroso, assordante. Il nostro grido sembra essere inghiottito da quel silenzio.

Gli Apostoli, così come i discepoli di Emmaus, dopo la cocente delusione della crocifissione del loro Maestro pensarono di tornare indietro; si dice nei Vangeli che Pietro andò a pescare e anche altri si unirono a lui (cf Gv 21, 2-3). Era il buio dei tre giorni prima della Risurrezione di Gesù.

Anche noi nell’ora dello smarrimento facciamo la medesima esperienza. Come bruciano le delusioni! Chi può negarlo? Non ci è stato detto che Dio è Padre? Ma allora dov’è? Certamente Dio è Padre, solo che il suo agire è diverso dal nostro e i suoi tempi non sono i nostri. Dovremmo avere la perseveranza di Maria Maddalena che dopo un lungo cercare ebbe la gioia e il privilegio di incontrare per prima Gesù Risorto. Come lei, dobbiamo pazientemente raccogliere i cocci della nostra vita e iniziare a ricomporli. E’ per questo che Dio Padre sembra stare in silenzio: perché questo ci permette di calmare tutti i sentimenti che si agitano dentro di noi, e così poter guardare quelle delusioni con occhi diversi. Talvolta questo processo richiede anni, ma se siamo perseveranti la luce arriverà.

Maria Maddalena bruciava d’amore per Gesù e nulla valse a fermarla quel mattino di Pasqua quando andò al sepolcro. Anzi, l’apparente fallimento e il dolore per la morte di Gesù la lanciarono ancor più nella ricerca del suo Amato; al contrario degli altri discepoli che si lasciarono vincere dallo scoraggiamento.

E noi come ci comportiamo? Andiamo via come gli Apostoli o cerchiamo in lacrime come la Maddalena?

Gesù è risorto e si fa presente nella nostra vita per guarirci e farci nuovi. E’ Lui che, quando e come vuole, rompe il silenzio e parla con la sua Parola Certa che ha la fragranza del pane spezzato sotto gli occhi increduli dei discepoli. La sua Parola ci orienta verso la giusta direzione e ci apre nuove strade per raggiungerla; gli ideali ne escono purificati e con sfaccettature inedite e prima impensate.

Corroborati dalla Parola di Gesù corriamo verso gli altri per raccontare quanto Egli ha fatto per noi. I discepoli di Emmaus tornarono in fretta a Gerusalemme per raccontare agli Apostoli il loro incontro col Risorto; lo stesso fece Maria Maddalena, la prima annunciatrice della risurrezione.

La corsa caratterizza il mattino di Pasqua. Chi ha incontrato Gesù Risorto corre, così come si legge nei Vangeli: le donne corrono; Pietro e Giovanni altrettanto (Cf Gv 20).

Tutti corrono per portare ad altri la notizia più bella della storia:

Gesù è Risorto!

La Parola che ha ridato vita ai loro cuori affranti, adesso esige che venga annunciata ad altri.

Quale relazione abbiamo con la Parola di Dio? Diceva S. Gregorio Magno che la Bibbia è una lettera d’amore scritta da Dio all’umanità. La Parola è balsamo alle nostre ferite, rifugio nella tribolazione, consolazione nel dolore e scudo nelle tentazioni.

Lasciamoci penetrare dalla Parola di Gesù e non dalle tante nostre parole spesso banali e persino distruttive. Vedremo cambiare, seppure lentamente, molte cose nella nostra vita e nelle nostre relazioni.

Iscrivetevi senza timore alla scuola di Gesù; Egli vi insegnerà a utilizzare il suo speciale PC. Vi assicuro che ne vale la pena e non vi annoierete affatto!!! Scoprirete cose nuove e molto interessanti.

Buon cammino e buono studio!

Sr. Ch. Aurora della Madonna delle lacrime osc

Il PC di Gesù pdf

 Audio: Dolce sentire!