Per fortuna, o meglio, per grazia, Dio è sempre connesso, di giorno e di notte, nelle ore buie e in quelle solari, quando imperversa la tempesta e quando i raggi del sole accarezzano i petali di un fiore e fanno brillare le nostre lacrime, come fossero diamanti.

Il nostro rapporto con Dio non conosce problemi di linea, né interruzioni di sorta, se non… quelle deliberate da noi.

Per entrare in relazione con Dio, bisogna porsi in umile atteggiamento di ascolto.

Come una giovane innamorata si prepara all’incontro con la persona amata, curando anche i minimi dettagli, così la persona che vuole incontrare Dio nella preghiera bisogna che si predisponga all’incontro.

Vediamo concretamente come. È importante scegliere un luogo silenzioso e appartato, che può essere una Chiesa, una piccola Cappella o la propria stanza. La scelta di un luogo adatto per la preghiera aiuta la nostra fragile umanità, incline alla distrazione e deconcentrazione. Chi è più avanti nel cammino di unione con Dio, avrà facilità a raccogliersi e a pregare anche se si trova in mezzo ad una piazza, ma all’inizio non è così facile.

Spesso S. Francesco d’Assisi, mentre percorreva le strade per evangelizzare, veniva visitato dalla grazia e sentiva forte la chiamata interiore alla preghiera, allora si fermava e si copriva il viso con la manica della tonaca, quasi a formare una piccola celletta, per raccogliersi e gustare quei momenti di intensa preghiera, raccoglimento e unione con Dio.

Gesù stesso diceva alla Samaritana che Dio si deve adorare in spirito e verità (cfr Gv 4, 23), dunque, ogni luogo può essere buono, tuttavia, lo stesso Gesù sentiva il bisogno di ritirarsi a pregare sul monte o in luoghi solitari e deserti e lo faceva spesso in orari particolarmente avvolti dalla quiete, cioè di notte o di mattina all’alba (cfr Lc 5, 16).

È importante perciò, almeno nei momenti forti di preghiera, scegliere un luogo adatto.

Il secondo passo da compiere è quello di mettere a tacere le distrazioni, i pensieri che non hanno a che fare con la preghiera e disporre il proprio cuore a ricevere le confidenze di Dio. Per raccogliere il nostro spirito e allontanare i pensieri vani è molto utile ripetere una giaculatoria, cioè una brevissima preghiera invocazione che può essere il versetto di un Salmo, del Vangelo o della Parola di Dio in genere.

Quando il turbine dei pensieri si è finalmente placato, possiamo prendere in mano la Parola di Dio e leggerne un brano, lasciando che Dio ci parli attraverso di essa, illuminando la nostra storia.

Ci si può attenere al brano evangelico proposto dalla Chiesa per quel giorno e che ritroviamo nella S. Messa, oppure fare una lettura continuata della Sacra Scrittura, ciò che personalmente apprezzo e consiglio molto di fare, mettendoci in ascolto dello Spirito Santo, lo stesso Spirito che ha parlato attraverso gli autori dei Sacri Testi.

Più cresce la nostra familiarità con la Scrittura Santa, più la comprenderemo, e ci verrà spontaneo accostare il brano che stiamo meditando ad altri brani della Sacra Bibbia che ce ne rendono più chiaro il senso.

Non ci dimentichiamo mai che la Storia della Salvezza, contiene la storia della “nostra” personale salvezza.

Concludo questo argomento inesauribile sulla preghiera, con un invito: quando, entrando in rete, vedrete il pallino verde che fa sapere che un utente è in linea, il vostro pensiero corra alla lampada sempre accesa, giorno e notte, davanti al Santissimo Sacramento che esprime la Presenza del Signore Gesù Cristo, il Suo essere con noi. Sempre. Ricorriamo a lui con fiducia.

Vi abbraccio fraternamente in Cristo:

Sr. Ch. Cristiana Scandura osc

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